lunedì 17 dicembre 2007
Stati Uniti, cresce la produttività, ma calano gli stipendi
Dopo l’implosione dell’URSS, gli Stati Uniti sono rimasti gli unici protagonisti della scena mondiale e non hanno più rivali dal punto di vista geopolitico. Dal 1995 al 2006 il PIL statunitense è cresciuto vertiginosamente (+42,1%) e con 13.020 miliardi di dollari nel 2006 gli USA hanno raggiunto la vetta del primo prodotto in tutto il mondo. La grande ricchezza e la crescente produttività sono il frutto di un mercato libero, senza rendite né corporazioni, caratterizzato da un sistema di concorrenza aperta e privo di vincoli (l’80% del PIL statunitense proviene proprio dai servizi). Anche i massicci investimenti nella ricerca (il 2,7% del PIL nel 2007) hanno contribuito allo sviluppo della potenza statunitense: non è un caso che Internet, la rete che ha rivoluzionato la comunicazione e che è ormai dominio di tutti, sia una tecnologia nata proprio negli USA. Quella statunitense è una ricchezza che cresce sempre di più e nel 2006 ha contribuito per il 20,1% alla prosperità del PIL mondiale.
Nonostante il PIL da record e un’economia molto competitiva, molti sono gli squilibri a livello sociale che gli USA devono affrontare. Uno studio condotto da diverse fondazioni (Pew Charitable Trust, Brookings Institution e Heritage Foundation) e pubblicato sul World Street Journal nel maggio scorso ha tracciato un quadro molto contraddittorio della situazione socio-economica negli USA. I dati, infatti, dimostrano che nel periodo 2002-2006 la produttività è cresciuta del 16%, ma gli stipendi sono diminuiti del 2%. Aumenta, inoltre, il divario tra padri e figli: mentre nel 1974 i trentenni guadagnavano di media 40.210 dollari l’anno, a distanza di 33 anni, i trentenni di oggi guadagnano il 12% in meno, cioè 35.010 dollari l’anno.
Le contraddizioni sociali sono evidenti anche per ciò che riguarda i divari tra le classi sociali: mentre nel 1980 un manager guadagnava 40 volte più di un lavoratore medio, nel 2002 lo stipendio di un manager è 435 volte superiore ad uno stipendio standard.
Un altro capitolo che segna i profondi squilibri all’interno della società americana è la sanità: si tratta di un sistema profondamente contraddittorio (come ha denunciato il regista Michael Moore nel film “Sicko”) ed è il tema centrale della campagna elettorale per le prossime elezioni presidenziali. Negli Stati Uniti l’assistenza sanitaria pubblica copre solo il 20% degli americani con Medicare (riservata agli over 65) e con Medicaid (per i poverissimi).
Per quanto riguarda le polizze sanitarie pagate dal datore di lavoro, la percentuale di copertura è del 63%: ciò significa che sono 47 milioni (cioè un terzo dei lavoratori) le persone che non hanno diritto all’assistenza sanitaria.
Fonte: corso di Politica Economica (LUMSA), prof. Gentiloni, a.a. 2007/2008
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