venerdì 18 gennaio 2008

Un mondo di raccomandati...


Ecco il battibecco tra la iena Alessandro Sortino ed Elio Mastella, figlio dell'ex Guardasigilli, raccontato sul sito dell'Apcom.

"Io non sono il figlio di un boss: sono un ingegnere con un contratto da metalmeccanico inquadrato al settimo livello in Finmeccanica. Guadagno 1.800 euro al mese". Elio Mastella, il figlio minore del leader dell'Udeur si scalda davanti ai cronisti che 'presidiano' la villa dell'ex ministro della Giustizia, dove sua moglie è agli arresti domiciliari da due giorni, in seguito all'inchiesta sulla Sanità in Campania.
"Il mio lavoro non dipende da mio padre", ci tiene a far sapere Elio. "Conosco due lingue, mi sono laureato con 110 e lode a 24 anni. Non ho fatto nessuno studio privato, sono sempre andato nelle scuole pubbliche". I toni della discussione diventano davvero accesi quando si palesa davanti al cancello della villa la 'iena' Alessandro Sortino, con un chilo di arance da portare alla 'detenuta Sandra'.
Elio non gli dà nemmeno il tempo di aprire bocca e attacca: "Io guadagno 1.800 euro al mese. Tu invece? Avrai un contratto milionario? E so anche cosa fa tuo padre, lavora all'Authority per le comunicazioni. Vuoi dirmi che questo non c'entra niente col tuo lavoro?". La 'iena' si difende facendo notare che lui non ha un contratto da dipendente ma un contratto di servizio e lavora per le 'iene' dal 2000, mentre suo padre è all'Authority solo da due anni. "E tu come fai a sapere tutte queste cose? Perché avete raccomandato qualcuno in Mediaset?" rilancia Sortino rivolto a Mastella junior.
Il battibecco si chiude con Elio fatto allontanare da alcune persone della scorta del padre che lo invitano a rientrare in casa.
In effetti, dal sito dell’Agcom, si scopre con facilità che il dottor Sebastiano Sortino, non solo è membro dell’Autorità, ma ha anche un curriculum di tutto rispetto: “Per oltre dieci anni responsabile del settore piccola industria presso la Confindustria, e per più di cinque anni responsabile dei rapporti con le Regioni e gli Enti Locali presso l'Ente Nazionale Idrocarburi.
Dal gennaio 1977 è direttore generale della Federazione Italiana Editori Giornali. Rappresentante della FIEG negli organismi pubblici italiani, competenti nell'applicazione delle leggi sull'editoria, ed internazionali, rappresentativi del settore. Consigliere del CNEL.”

mercoledì 9 gennaio 2008

Un mondo di poveri


La globalizzazione è un fenomeno che ha acceso i riflettori sul problema della povertà, evidenziando sempre più i profondi divari tra la parte ricca del mondo e quella povera.
È molto significativo, per esempio, sottolineare che a Manhattan ci siano più linee telefoniche che in tutta l’Africa sub-sahariana.
Mentre il 20% della popolazione mondiale più ricca controlla la maggior parte del mercato globale (l’86% del PIL mondiale, l’80% dell’export e il 76% delle linee telefoniche), al 20% più povero rimangono solo le briciole (l’1% del PIL mondiale, l’11% dell’export e l’1,5% delle linee telefoniche).
Anche per quanto riguarda l’economia è evidente una netta disparità tra il Nord e il Sud del mondo. Il caffé, per esempio, è un prodotto che permette a 125 milioni di persone in 60 diversi Paesi di vivere ed è la merce più scambiata al mondo dopo il gas naturale. Il commercio del caffé produce un giro di affari enorme, ma arricchisce le multinazionali occidentali a discapito dei produttori nei Paesi in via di sviluppo: dei 60 miliardi di dollari annuali, solo un decimo (ovvero 6 miliardi) spetta ai produttori, mentre i restanti 54 miliardi finiscono nelle casse delle sempre più ricche multinazionali.
Attualmente sono 1 miliardo e 100 milioni le persone che guadagnano meno di un dollaro al giorno (cioè il 21,3% della popolazione mondiale, 1 persona su 5) e 3 miliardi coloro che ne guadagnano meno di 2.
Una delle piaghe più dolorose nei Paesi poveri è la fame: le popolazioni che soffrono di più sono quelle dell’Africa sub-sahariana (escluso il Sudafrica). Oggi 840 milioni di persone soffrono la fame: il “millennium goal” dell’ONU è di ridurre il numero a 550 milioni nel 2015.
Un altro aspetto importante è il problema dell’acqua: 1,7 milioni di persone muoiono ogni anno per mancanza di acqua potabile (di cui il 90% sono bambini) e 2,4 miliardi di persone non hanno abbastanza acqua. Anche per quanto riguarda l’agricoltura i Paesi poveri sono i più colpiti, in quanto l’acqua è essenziale per le coltivazioni: basti pensare che sono necessari dai 1.000 ai 2.000 litri d’acqua per coltivare 1 chilogrammo di grano. Inoltre, nei Paesi poveri l’acqua è 6 volte più costosa rispetto a New York. Per quanto riguarda l’acqua imbottigliata (il cui controllo è gestito da due multinazionali francesi), le differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri è ancora più evidente: mentre in Italia vengono consumati 191,9 litri di acqua imbottigliata (il nostro è il Paese che consuma più acqua imbottigliata al mondo), in India il numero si riduce drasticamente a 5,6 litri.
Altri dati sconcertanti riguardano le malattie nel Terzo mondo: 1,3 milioni l’anno sono le vittime della malaria e 12 milioni l’anno sono i bambini che muoiono per malattie evitabili (morbillo, diarrea, polmonite ecc.). Mentre in Italia c’è un medico ogni 169 abitanti, nel Malawi ce n’è uno ogni 50.000; mentre in Europa una donna su 10.000 muore di parto, in Africa succede a una donna su 15.
E il resto del mondo come reagisce a questi dati?
Nel 1991, alla Conferenza di Rio, si decise di aumentare gli aiuti ai PVS (Paesi in via di sviluppo) dallo 0,35% allo 0,70% del PIL: in realtà, invece di aumentare gli aiuti, i Paesi ricchi li hanno diminuiti allo 0,22%. In questo scenario, l’Italia detiene uno dei record più negativi: è il terzultimo Paese donatore al mondo e gli aiuti sono scesi addirittura allo 0,12% del PIL. Anche a livello economico le iniziative nei confronti dei PVS sono del tutto sbagliate: dando le eccedenze agricole ai Paesi poveri, per esempio, si finisce per danneggiare drasticamente i produttori locali e, di conseguenza, le già fragili condizioni economiche.

Fonte: corso di Politica Economica (LUMSA), prof. Gentiloni, a.a. 2007/2008