lunedì 10 dicembre 2007

Luci e ombre della globalizzazione


La globalizzazione è un fenomeno che, dalla fine del secolo scorso, ha coinvolto e continua tuttora a coinvolgere diversi settori della vita umana, dall’economia alla comunicazione, dalla cultura alla politica.
Dal punto di vista strettamente economico, la globalizzazione consiste nella forte interconnessione di rapporti commerciali e finanziari a livello mondiale: ciò comporta una sempre maggiore dipendenza dei Paesi gli uni dagli altri e un intreccio di scambi sempre più fitto. Con la parola globalizzazione, sempre restando in ambito economico, s’intende anche l'affermazione delle imprese multinazionali nel palcoscenico dell'economia mondiale. Guardando la globalizzazione con quest’ottica, due sono i punti di vista: quello della produzione, spesso incentrata nel cosiddetto “Sud del mondo”, e quello della vendita, che vede la sponsorizzazione di alcuni grandi marchi attraverso reti commerciali mondiali.
La costruzione del “villaggio globale” ha permesso il superamento delle barriere dei costi di trasporto, l’annullamento delle distanze geografiche, la trasmissione istantanea di ordini e conferme, la soppressione dei tradizionali impedimenti amministrativi e burocratici, lo scambio di prodotti e capitali finanziari da una piazza all'altra con una velocità e con una sicurezza dapprima sconosciute.
La grande chiave che ha aperto nuove frontiere è rappresentata da Internet: come aveva fatto nei decenni precedenti il telegrafo, il web è uno strumento che ha completamente annullato la distanza geografica, apportando inoltre una grandissima novità, ovvero la trasmissione di un eccezionale volume di informazioni di altissima qualità, grazie alla tecnologia digitale. Con il web è stato possibile superare la grande crisi del 2001, aumentare costantemente la produttività mondiale (nel 2007 il Commercio Mondiale segna + 8,9%) e avere un mercato finanziario 24 ore su 24.
Secondo l’economista George Soros, “la globalizzazione consiste nella libera circolazione dei capitali da un continente all’altro”: in questa definizione si nasconde la “trappola” della globalizzazione. La forte integrazione commerciale e finanziaria a livello mondiale, infatti, coinvolge teoricamente tutto il mondo, mentre in realtà la parte povera del nostro pianeta viene del tutto esclusa e isolata dalla corsa dell’economia. Un esempio di questo divario tra Nord e Sud del mondo è dato dalla Coca Cola: si tratta di un marchio celebre e di una multinazionale che vende le proprie bevande in tutti i Paesi, a livello mondiale. Mentre negli Stati Uniti, però, il consumo medio annuo di Coca Cola pro capite ammonta a 380 bottigliette, in India il numero si riduce drasticamente a 4: questi dati esprimono chiaramente la più grande contraddizione della globalizzazione, fenomeno che abbraccia tutto il mondo solo a livello teorico.
Anche Internet, la rete che dovrebbe connettere e annullare le distanze tra tutti gli angoli del mondo, in realtà coinvolge solo i Paesi ricchi: il problema del digital divide, infatti, è un’altra incoerenza del “villaggio globale”.

Fonte: corso di Politica Economica (LUMSA), prof. Gentiloni, a.a. 2007/2008

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